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Casellario pulito e confisca auto evitata con lavori socialmente…

Di recente la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sulla possibilità di non intaccare il proprio casellario qualora il condannato svolga un’attività socialmente utile non retribuita.

Si tratta, in poche parole, dei lavori socialmente utili i quali consentono non solo di non macchiare il casellario ma anche di evitare la confisca del veicolo e il periodo di sospensione della patente, a patto però che non si sia verificato alcun sinistro stradale

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Tempi per ripulire la fedina penale

In generale per ripulire la fedina penale occorrono 3 ANNI dalla fine della pena per una condanna ordinaria; occorrono invece 8 ANNI se sei RECIDIVO e 10 ANNI se è stata dichiarata la abitualità, la professionalità o la tendenza a delinquere. Occorre in ogni caso pagare le spese processuali e gli obblighi risarcitori (quanto dovevi alle vittime o ai danneggiati dal reato)

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Risarcimento danno per ottenere la Riabilitazione

Il richiedente deve dimostrare di aver risarcito il danno con dichiarazione della parte lesa o dovrà provare l’avvenuto pagamento mediante assegno con dichiarazione della banca o con esibizione dell’avvenuta offerta reale da parte dell’Ufficiale Giudiziario, oppure deve risultare l’avvenuto risarcimento nella sentenza stessa.

Deve inoltre risultare adempiuto l’eventuale obbligo civile derivante dal reato.

L’interessato, però,  può anche dimostrare di trovarsi nell’impossibilita di risarcire il danno o di adempiere l’obbligo civile derivante dal reato.

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Riabilitazione, l’importanza della buona condotta per ottenerla

La Suprema Corte (cfr. sent. Cass. Pen, n. 196 del 2002) ha affermato al proposito che non è sufficiente la mera astensione dal compimento di fatti costituenti reato, ma deve essere instaurato e mantenuto uno stile di vita improntato all’osservanza delle norme di comportamento comunemente osservate dai consociati e poste alla base di ogni proficua e ordinata convivenza sociale, anche laddove le medesime non abbiano rilevanza penale e non siano quindi penalmente sanzionate .

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Mancata Concessione della Riabilitazione

La riabilitazione non può essere concessa se il condannato:

  • sia stato sottoposto a misura di sicurezza, tranne che si tratti di espulsione dello straniero dallo stato ovvero di confisca, e il provvedimento non sia stato revocato
  • non abbia adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato, salvo che dimostri di trovarsi nell’impossibilita di adempierle.

Il richiedente  che presenta l’istanza ottiene la riabilitazione, sia in relazione alle sole sentenze da esso indicate, sia a tutte le condanne riportate.

Una delle condizioni necessarie per ottenere la riabilitazione è che il  condannato abbia fornito prova di aver tenuto una buona condotta successivamente alla data in cui ha  commesso il reato.

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Sentenza Cassazione, dichiarazione fraudolenta, differenze tra dichiarazione infedele e…

La Sentenza numero 38872/2022 si è pronunciata sulla differenza tra gli elementi costitutivi che connotano  il reato tributario punito dall’art.3 d.lgs. n.74/2000 (dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici), rispetto a quelli che devono ricorrere per integrare la diversa fattispecie prevista dall’art. 2 d.lgs. n.74/2000 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti).

Secondo l’insegnamento del Collegio del diritto ciò che accumuna le due fattispecie di reato è l’avvenuta presentazione di una dichiarazione infedele, cui si aggiungono in chiave specializzante, per l’art.2 d.lgs. n. 74/2000, l’utilizzazione di fatture e documenti analoghi relativi a operazioni inesistenti e, dall’altro, per l’art.3 d.lgs. n.74/2000, una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie congiunta con l’utilizzo dimezzi fraudolenti idonei a ostacolare l’accertamento, nonché la previsione di una soglia minima di punibilità il cui superamento deve essere dimostrato in giudizio al pari degli altri elementi.

Nel caso di specie, la Suprema Corte, ha annullato con rinvio la sentenza impugnata con la quale non erano state adeguatamente esplicitate le ragioni per le quali si poteva ritenere consumato il reato di dichiarazione infedele in luogo di quello originariamente contestato di frode fiscale.

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Riciclaggio

Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000.
 

La pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 2.500 a euro 12.500 quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da contravvenzione punita con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a sei mesi.
 

La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell’esercizio di un’attività professionale.
 

La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita le pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648.

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Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, è possibile la confisca…

Il delitto di dichiarazione fraudolenta realizzata mediante altri artifici si consuma nel momento in cui il contribuente presenta la dichiarazione. È importante evidenziare che in caso di condanna definitiva, è prevista una pena detentiva che varia da tre a otto anni.

Se l’imposta evasa supera i 100.000 euro è prevista, inoltre, l’applicazione della cosiddetta confisca allargata disciplinata all’art. 240-bis del codice penale. Ciò significa che possono essere confiscati al condannato i beni di cui non può dimostrare la provenienza e di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato o all’attività economica esercitata.

Dalla presentazione della dichiarazione mendace comincia a decorrere il termine di prescrizione che è di 10 anni e 8 mesi. In caso di atti interruttivi della prescrizione il termine, invece, è di 13 anni e 4 mesi.

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Dichiarazione fraudolenta, quando sussiste

E’ un reato penale in cui la condotta consiste nella falsificazione delle dichiarazioni dei redditi o Iva inserendo elementi passivi fittizi (falsa fatturazione) o alterando le scritture contabili (per i soggetti obbligati).
Il reato sussiste se:
– l’imposta evasa è superiore a 30mila euro con riferimento a ciascuna delle singole imposte (prima era 77.468,53),
– i redditi non dichiarati superano il 5% del totale o comunque 1,5 milioni di euro (prima era 1 milione)
La Sanzione prevede la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni.